Dosaggio e disinfezione

Che cosa sono le pompe dosatrici di prodotti chimici per il trattamento acque?

Una pompa dosatrice è un piccola pompa volumetrica, progettata per per pompare un quantitativo estremamente preciso di un componente chimico o di altri prodotti in un flusso d'acqua.

Le pompe dosatrici sono solitamente di piccole dimensioni e sono alimentate da un piccolo motore o da un attuatore pneumatico. Sono controllate da un sistema di controllo esterno o più comunemente da un controller interno della pompa, che può variare il flusso, la funzione on/off ed anche allarmi ed avvisi per il funzionamento a secco, il degasaggio ed un basso livello di prodotto.

Il rilascio della sostanza può avvenire secondo diversi metodi, ma in ciascuno di essi viene spinto un piccolo quantitativo in una camera e successivamente questo volume viene iniettato nel tubo o nel serbatoio dopo essere stato dosato.

Struttura delle pompe dosatrici

La struttura delle pompe dosatrici varia in base al produttore ed alla sua applicazione, tuttavia le componenti principali sono:

  • il contenitore del prodotto chimico che deve essere dosato;
  • la valvola di fondo, che è una valvola unidirezionale collegata a una linea di aspirazione. Viene inserita nel fusto del prodotto e consente alla pompa di rimanere innescata. Dovrebbe avere un peso su di essa in modo che rimanga sul fondo del fusto, talvolta è collegata ad un interruttore a galleggiante in modo che le pompe abbiano un allarme se il prodotto si esaurisce;
  • la pompa vera e propria, che può variare molto in termini di grandezza e materiali, ma genericamente è composta da materiali plastici resistenti agli agenti chimici (PVC, PE o simili), gomma o acciaio inossidabile. Ha una linea di aspirazione collegata all'ingresso e la linea di dosaggio è collegata all'aspirazione;
  • la linea di dosaggio è costituita da un tubo in PVC o PE o un tubo flessibile rinforzato. Solitamente essa è una semplice linea, ma può avere degli spurghi, delle valvole di rilascio dell'aria e della pressione;
  • l'iniettore che si trova nel punto in cui viene iniettato il prodotto e che è una valvola unidirezionale che permette alla quantità di prodotto spinto dalla pompa dosatrice nella linea di superare la pressione nel tubo di rilascio e di inserirsi nel flusso. Nel caso in cui si fermi la pompa, la valvola unidirezionale impedisce al liquido del tubo di rilascio di risalire nella linea di dosaggio e danneggiare la pompa. L'iniettore è dotato di un beccuccio in modo che il prodotto venga rilasciato nel mezzo del flusso e non verso una parete della linea. A lungo andare infatti alcuni prodotti, in particolare gli acidi e gli ossidanti come il cloro o il perossido, possono corrodere le pareti del tubo se rilasciati al margine del flusso. Rilasciare il prodotto al centro del flusso contribuisce anche ad avere un migliore mescolamento dovuto alla turbolenza;
  • il sistema di controllo, viene installato quando vi è la necessità che la pompa di dosaggio sia accurata e che si accenda e si spegna ad intervalli definiti. Il sistema di controllo può essere estremamente semplice, come un timer o un flussostato collegato a uno SCADA completo o un sistema di controllo centrale simile con sensori per il pH, cloro e simili ed un controllo del flusso per innalzare o abbassare il dosaggio. Può anche essere integrato in sistemi più complessi.

Applicazioni e tipologie delle pompe di dosaggio

Le pompe dosatrici hanno molte applicazioni che includono, oltre il trattamento acque, l'agricoltura, l'industria e la medicina.
Nell'ambito del trattamento delle acque le pompe di dosaggio vengono utilizzate per l'iniezione di prodotti quali:

  • cloro o altri composti per provocare determinate reazioni chimiche al fine di eliminare agenti patogeni;
  • composti chimici per mantenere il pH ai livelli desiderati o per evitare che i componenti precipitino;
  • agenti flocculanti.

Ci sono quattro principali tipologie di pompe di dosaggio, che si differenziano per azione e meccanismo di pompaggio e che sono adatte a diversi prodotti chimici, pressioni ed applicazioni:

  1. pompa a diaframma con iniezione costante, dove c'è una camera di pompaggio che viene riempita e svuotata con un pistone, ha un diaframma ed ha valvole in ingresso ed in uscita. Quando la camera è piena il volume è iniettato con un flusso costante, generalmente nel range di 6 – 250 l/hr. Con un controllo adeguato possono anche avere un tasso variabile nel tempo;
  2. pompa a diaframma ad iniezione pulsante, anche in questo caso abbiamo un meccanismo a diaframma, ma invece che un flusso lento e costante, la pompa è controllata da una bobina a solenoide. La bobina aspira e inietta la sostanza chimica in impulsi con un intervallo che determina il controllo della portata. Questo tipo di pompa è meno accurata, ma è molto semplice sia dal punto vista meccanico che elettronico ed è economica;
  3. pompa a lobo, questo tipo di pompa permette il passaggio del flusso attraverso una girante ad ingranaggi. Lo spazio tra un ingranaggio e l'altro può non essere accurato come avviene invece per il diaframma. Gli ingranaggi hanno anche una superficie di usura, pertanto questo sistema è adatto nel caso in cui il prodotto abbia alta viscosità e sia autolubirificante. Inoltre è difficile utilizzarla per piccoli flussi;
  4. pompa peristaltica, consiste in un tubo flessibile per portare il prodotto. Questo tubo ha una sezione semi circolare. Queste pompe sono molto utilizzate anche in campo medico perché possono essere facilmente sterilizzate ed il meccanismo può essere facilmente sostituito se contaminato o danneggiato. Le pompe peristaltiche sono molto accurate. Tuttavia, si usurano rapidamente e non possono essere utilizzate per flussi ad alta pressione a causa del punto di rottura del tubo flessibile.

Che cosa sono i dispositivi ad ultravioletti?

La disinfezione a UV è un processo fisico che istantaneamente neutralizza i microorganismi mediante i raggi ultravioletti emessi da una lampada immersa nel fluido. I raggi ultravioletti rappresentano una parte della luce che arriva dal sole sulla terra. Lo spettro dei raggi UV ha una frequenza, e di conseguenza anche un'energia, maggiore rispetto a quello del visibile, ma inferiore rispetto a quello dei raggi x. I raggi UV possono essere suddivisi in tre zone di lunghezza d'onda: UV-A, UV-B e UV-C, ed è proprio quest'ultima zona che possiede le proprietà germicida, in particolare le lunghezze comprese tra 240 e 280 nm. Tali raggi UV possono essere prodotti attraverso l'utilizzo di una lampada ad arco di mercurio a bassa pressione, che emette una radiazione quasi monocromatica con una lunghezza d'onda di 254 nm. L'acqua viene fatta scorrere al di sopra della lampada in uno strato sottile. Il tipico dispositivo per la disinfezione UV consiste di una camera cilindrica con all'interno il bulbo UV lungo l'asse centrale, racchiuso in un manicotto di vetro. Il flusso dell'acqua è parallelo al bulbo. Vi è un dispositivo che controlla che il flusso dell'acqua non passi troppo velocemente, assicurando che vi sia un adeguato tempo di esposizione. L'azione dei raggi UV sui microrganismi consiste nell'alterazione del DNA all'interno delle cellule impedendone la riproduzione. Quindi i microrganismi non vengono rimossi dall'acqua, ma vengono inattivati e resi incapaci di causare infezioni all'uomo o provocare danni ad attrezzature o macchinari (es. biofilm). In questo processo non viene aggiunto nessun componente all'acqua e non vi sono conseguenze sulla sua composizione chimica o sul livello di ossigeno disciolto.

Applicazioni dei dispositivi a UV

I raggi UV vengono utilizzati nei casi in cui sia necessaria una forte azione germicida ed hanno la capacità di disinfettare l'acqua da:

  • virus;
  • batteri;
  • protozoi, incluse le cisti di Giardia lamblia o le oocisti di Cryptosporidium (che sono resistenti al cloro).

Limitazioni e vantaggi dei dispositivi a UV

La disinfezione a lampada UV presenta tuttavia delle limitazioni: essa utilizzata da sola non migliora né il sapore, né l'odore né la limpidezza dell'acqua. Inoltre la sua azione disinfettante si verifica solo all'interno dell'unità, non c'è azione disinfettante residua per combattere eventuali batteri sopravvissuti o che vengono introdotti dopo il passaggio sulla lampada. L'efficacia del procedimento dipende dal tempo di esposizione, dall'intensità della lampada e dalle condizioni dell'acqua in ingresso.

Per far sì che il sistema sia sempre efficiente è necessario sostituire la lampada nei tempi utili, così che non ci siano mai cali nella sua intensità. A tal fine il sistema viene dotato di un dispositivo che segnala quando l'intensità della lampada scende sotto un adeguato livello germicida e quindi deve essere pulita o sostituita. Il mantenimento di tale livello è importante perché se i microrganismi non subiscono un danno rilevante nel loro DNA essi hanno la capacità di riattivarsi grazie ai loro enzimi che provvedono a riparare il materiale genetico. L'acqua in entrata deve essere priva o avere un basso contenuto di materia organica disciolta e materia in sospensione. Questi componenti infatti schermano gli UV facendo da scudo ai microrganismi ed abbassando quindi la capacità germicida del dispositivo. Deve esserci un basso contenuto di ferro e manganese perché essi possono alterare la limpidezza del manicotto di vetro, diminuendo l'efficacia dei raggi UV. Infine l'acqua in entrata non deve essere troppo dura perché potrebbero sedimentarsi delle formazioni minerali sulla lampada. Per questi motivi i dispositivi a raggi UV all'interno degli impianti di trattamento acque vengono spesso installati come fasi finali. Essi devono essere collocati il più vicino possibile al punto di utilizzo anche perché l'acqua potrebbe essere contaminata nei passaggi intermedi. Se il dispositivo UV deve essere installato da solo è necessario analizzare l'acqua in entrata e predisporre un eventuale sistema di pretrattamento, per rimuovere i sopracitati componenti, che causano una diminuzione dell'efficacia. I dispositivi ad ultravioletti sono progettati per un lavoro continuo e devono essere spenti solo se il trattamento non deve essere effettuato per diversi giorni. Dopo che viene riaccesa la lampada ha bisogno di qualche minuto per scaldarsi. Inoltre anche il sistema idraulico dopo uno spegnimento deve essere sciacquato. Durante la periodica manutenzione il sistema idraulico deve essere disinfettato con un agente chimico, come ad esempio il cloro. Mantenendo le limitazioni sopra citate, la disinfezione a raggi UV rispetto ad altri meccanismi di disinfezione comporta degli indubbi vantaggi, quali:

  • l'efficienza e l'affidabilità, in quanto vengono distrutti in condizioni ottimali fino al 99,99% dei microrganismi, più che con il cloro o le cloroammine;
  • l'assenza di utilizzo di componenti chimici, che lo rende ottimo anche dal punto di vista della sicurezza;
  • la sostenibilità ambientale, in quanto tale disinfezione non produce sottoprodotti e richiede scarsa energia elettrica;
  • la scarsa necessità di manutenzione, che deve avere cadenza annuale e con costi minimi, che comprendono solo la sostituzione periodica della lampada e la pulizia del sistema idraulico;
  • la velocità del processo, visto che l'acqua non deve essere trattenuta all'interno di contenitori e non devono essere attesi tempi di reazione;
  • il sapore e l'odore dell'acqua non vengono in alcun modo alterati, come avviene invece con la clorazione.

Un nostro impianto

Luogo di installazione: zona militare
Portata impianto: 70 mc/giorno
Problematica da risolvere: necessità di avere dei sistemi di potabilizzazione e smaltimento di acque nere e grigie prodotte in accampamento militare. I dispositivi dovevano poter essere trasportati dove vi era necessità.

Tipologia di impianto: progettazione e fornitura di n. 2 sistemi per la potabilizzazione e lo smaltimento di acque grigie e nere prodotte in accampamento militare. Ciascun sistema si compone dei seguenti sottosistemi: n. 1 impianto di potabilizzazione per acque dolci, saline o salmastre, funzionante con il processo dell'osmosi inversa; n. 1 impianto di desalinizzazione per acqua di mare, funzionante con il processo dell'osmosi inversa; n. 1 modulo BC per trattamento acque contaminate con agenti biologici e chimici da guerra, composto da impianti di prefiltrazione, ultrafiltrazione ed osmosi inversa e n. 1 impianto di trattamento delle acque grigie e nere con il processo di bioreazione con fanghi attivi e membrane ad ultrafiltrazione. Ciascun modulo è impiegabile separatamente a seconda delle esigenze e delle condizioni operative. I due sistemi di potabilizzazione sono stati collocati all'interno di container ISO standard in modo da poter essere trasportati con facilità. Ciascun sistema è stato fornito completo di tutte le componenti idrauliche ed elettriche e con un PLC programmato dal personale esperto di PPM che ne garantisce il corretto funzionamento. Gli impianti di potabilizzazione sono stati dotati di 2 sistemi di debatterizzazione a UV modello SH-5000. Tali dispositivi sono costituiti da due camere di debatterizzazione disposte verticalmente, le parti a contatto con l'acqua sono in acciaio inossidabile o in vetro di quarzo ultrapuro. L'efficienza delle lampade può essere controllato tramite un display digitale. La temperatura massima di esercizio del dispositivo è 35°C ed ha una portata istantanea di 5000 l/hr. La vita media delle lampade è 9000 ore e l'irraggiamento è pari a più di 30000 micwS/cmq.

A chi ci rivolgiamo

PPM è in grado di offrire i propri servizi a:

  • industrie meccaniche;
  • industrie chimiche;
  • industrie cartarie;
  • industrie ceramiche;
  • industrie farmaceutiche e cosmetiche;
  • industrie galvaniche;
  • industrie del legno;
  • industrie conciarie e tessili;
  • industrie petrolchimiche;
  • industrie plastiche;
  • industrie agro - alimentari;
  • industrie di verniciature, colorifici, tintorie e industrie grafiche;
  • autolavaggi;
  • stazioni di servizio carburanti;
  • trattamento reflui urbani per servizi idrici integrati, enti pubblici e grandi insediamenti residenziali o turistici.

Come lavoriamo

La prima fase della realizzazione di un impianto di trattamento acque consiste nella raccolta dei dati necessari per procedere alla progettazione, quali le caratteristiche dell'acqua in ingresso, le esigenze del cliente e le caratteristiche che deve avere l'acqua in uscita. Durante questa fase vengono effettuate quindi le analisi chimico fisiche dell'acqua in ingresso ed eventuali sopralluoghi.
La seconda fase prevede la progettazione vera e propria dell'impianto durante la quale vengono valutati e studiati i dati in ingresso e viene determinata quale sia la soluzione più appropriata per risolvere la problematica presente. Le pompe di dosaggio vengono utilizzate per immettere all'interno degli impianti quantità definite di prodotti con diverse finalità: mantenere livelli di pH adeguati, evitare la precipitazione di composti, disinfezione, ecc.. La loro progettazione viene quindi effettuata in funzione delle condizioni che devono essere mantenute all'interno dell'impianto e deve essere valutato con attenzione quale siano i sistemi di controllo che devono gestire il funzionamento della pompa. Se durante la progettazione viene deciso l'inserimento di un sistema di disinfezione con gli UV, in questa fase viene definito a che livello deve essere inserito e quali debbano essere i sistemi di controllo per assicurarne un buon funzionamento. La fase successiva prevede la realizzazione dell'impianto, assemblando la struttura e le diverse componenti, sia idrauliche che elettroniche, con i migliori materiali disponibili sul mercato. L'impianto viene infine installato e collaudato presso il cliente.

PPM rimane a disposizione dei propri clienti offrendo servizi di manutenzione ed assistenza dell'impianto durante tutte le sue fasi di vita.

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